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5_Un viaggio in barca a vela:Trapani-Erikoussa

5_Un viaggio in barca a vela:Trapani-Erikoussa

Egadi dalla sooma di Vulcano

Veleggiando da Trapani a Erikoussa.

Di nuovo in cammino, la barca scalpita. Questa lunga e produttiva sosta in porto a Trapani volge al termine. Muoviamo nel tardo pomeriggio, dopo numerose giornate di maestrale che ci impediscono di mollare gli ormeggi. 

Facciamo un bordo al tramonto con prua sulle Egadi, si stramba e si passa sotto casa di Alberto per un ultimo saluto. 
Navighiamo tutta la notte, il vento ci sostiene fino a Palermo per poi continuare ad aiutarci ma con poca costanza.

Luna piena in barca a vela

Sbarchiamo alle Egadi

All’alba Alicudi ci da il benvenuto alle Eolie. Siamo solo noi. Ormeggiamo per ora di pranzo a Vulcano nella rada “porto di ponente” su 4 metri di sabbia nera. La rada come sottolinea il nome è un porto naturale, aperta solo a nord-ovest. Il resto è una spiaggia nera a ferro di cavallo, da sfondo il Vulcano, con le sue fumarole.

Da qui il giorno seguente armiamo il nostro nuovo tender e scendiamo a terra. Una breve passeggiata e ci ritroviamo dall’altro lato dell’isola in paese sul “porto di levante”. Facciamo provviste seguiti dai numerosi gatti locali. 

Il tramonto lo godiamo invece dalla cima di Vulcano, si sale facilmente fino al cratere, quota 386 m e si gode di un panorama aperto su tutte le altre isole dell’arcipelago. Lo Stromboli all’orizzonte è in forte attività ed ogni dieci minuti illumina il cielo notturno di rosso.

Stromboli in eruzione

Dedichiamo una settimana alla zona tra Vulcano e Stromboli. Otteniamo il contatto di Magmatreck che organizza le ascensioni allo Stromboli. Beatrice, una delle guide, ci spiega che l’attività è troppo intensa per salire a quota 800 m e vedere il cratere dall’alto ma in alternativa, ci spinge con enfasi a fare l’altro percorso, senza bisogno di guida. Chiamato percorso natura, lo affrontiamo che è già notte, aiutati dalla luna. Barca-cratere-barca in totale cammineremo per 4 ore. 

Nulla di particolarmente impegnativo, percorriamo qualche chilometro lungo costa per arrivare sul versante nord dell’isola e saliamo a quota 400 m per ammirare la Sciara del fuoco, la colata lungo il pendio che dalla bocca del cratere porta direttamente al mare.

L’esperienza è unica. Ogni 10 minuti lo Stromboli fa sentire la sua voce, il fragore è emozionante, potente. I getti di lava e le esplosioni sono indescrivibili inoltre pure il rumore successivo in sottofondo, del magma che scivola verso il mare sopra il fiume nero delle colate precedenti, è molto particolare.

Messina

Al termine di queste esperienze e dopo due giorni di delirio in cuccetta con la febbre ci dirigiamo verso Messina, ci aspetta una bella granita con panna e brioche.

Una volta ormeggiati facciamo subito una passeggiata, in cerca di qualcosa che abbiamo segnato sulla nostra lista infinita di cose utili alla barca. Ad ogni occasione chiedo dove gustare la miglior granita del posto, che per chi non lo sapesse è a detta di molti siciliani l’unico posto dove si deve mangiare la granita.
Quasi tutti ci indicano il “Bar del Sud” che quindi eleggiamo a bar dove fare colazione il giorno seguente.

Tra le cose che cerchiamo non ci sono sulla lista 20 metri di listelli di abete ma con mio grande stupore, in pieno centro a pochi minuti dal marina, passiamo davanti a una falegnameria, di solito devo fare i chilometri per trovarne. Il laboratorio è minuscolo ma hanno tutto quello che serve e sotto lo sguardo allibito di Eva compro tutto ciò che serve per aggiungere le doghe alla cuccetta della nostra cabina.

Doghe in spalla verso la barca

La mattina seguente prima di ripartire, ci aspetta la nostra colazione al Bar del Sud. Non vediamo l’ora, a dire il vero sono particolarmente io a scalpitare. Cerchiamo l’indirizzo su Google e via di corsa. Il bar ,non me lo aspettavo ma è molto raffinato, curato nei dettagli, ottima musica in sottofondo. Ordiniamo la granita, ma la scelta è poca. Non hanno la brioche, solo il cornetto. Buona ma nulla di ché. 

Usciamo, a dire la verità, entrambi un po’ delusi. 

Per farla breve, il “bar del Sud” era quello giusto di fianco, quello dove avevamo fatto colazione noi non c’entrava nulla. Come sentirsi un cretino di prima mattina!

Torneremo.

Crotone – Santa Maria di Leuca

Rotta su Crotone, un’altra notte di navigazione con arrivo all’alba. Il paese natale di Rino Gaetano  che ha ospitato Pitagora e la sua scuola, è pronto ad accoglierci.
Resteremo 3 notti in attesa che una libecciata ci spinga verso Santa Maria di Leuca. Arriva come da pronostici proprio il giorno del mio compleanno che passerò interamente, al timone. Nuovo record per la nostra bella barca, 74 miglia in 9 ore spaccate. La media sale a 8.2 nodi, tutti al lasco surfando una bella onda formata. Non desiderare  regalo migliore. L’ormeggio in porto non è dei migliori con 25 nodi al traverso e lo slalom da fare per raggiungere il posto assegnatoci alla fine del porto. Una mano dagli ormeggiatori rende possibile il tutto.
Arrivati. 

Un sacco di complimenti da parte di tutti in porto prima di tutto a Eva, increduli del fatto che mi segua volentieri in queste navigazioni invernali.

Rino Gaetano, statua a Crotone

Apulia, come la chiamano gli spagnoli.

In Puglia passeremo senza quasi accorgercene una settimana, nella speranza che arrivi il vento giusto per raggiungere la nostra meta  invernale: le Isole greche.

Ne approfittiamo per fare un giretto anche qui, per non perderci:
-Gallipoli e una abbuffata di pesce crudo spettacolare. 
-Otranto
-distese infinite di ulivi 
-Lecce la barocca con le sue macellerie
-i Trulli di Alberobello
-Putignano dove ci attende Marcella.

In breve, Marcella è una delle mie prime passeggere in barca, conosciuta in Sardegna anni fa. Si è organizzata per bene nonostante l’abbia avvisata del nostro arrivo con poche ore di anticipo. Vivremo qui una serata da non dimenticare. Il centro è labirintico, stradine strette e sinuose formano un nucleo cittadino rotondo. La prima tappa è una sala da thé , Sinensis, che sembra piombata qui da un Inghilterra ottocentesca. Finita la tisana, Marcella ci presenta i suoi amici che ci portano, veramente a sorpresa, a visitare i capannoni dove costruiscono i carri in cartapesta del carnevale.
Ci sentiamo veramente onorati e fortunati di poter assistere in diretta alla loro creazione.
Ultima ma non meno importante, tappa in un’ ottima trattoria. La giornata si conclude con una cena tradizionale in chiave moderna allo Scinuà in compagnia dei nuovi amici. Infine si rientra in barca.

Carnevale di Putignano

Finalmente Grecia

In attesa del vento dedichiamo un’intera giornata di cucito al nostro fiocco. In barca non ci si annoia mai. Il filo cotto dal sole ha mollato. Otto metri di balumina si sono scuciti e il meolo è libero di andare dove vuole. 
La macchina da cucire fatica ha passare i triplice strato di spesso dacron quindi andiamo di ago e filo.
Finalmente il vento da nord si infila nel canale d’Otranto e ci permette di ripartire alla volta della Grecia.

Una traversata tranquilla, un po’ d’onda ma nulla di troppo fastidioso. A smuovere un poco la giornata sarà una Aguglia Imperiale. Ne ho sempre sentito parlare ma non l’avevo mai vista dal vero. Può sembrare un pesce spada per via del suo muso ma è di gran lunga meno grande e combattiva.

Metà ci servirà come regalo di benvenuto a Erikoussa, dove abbiamo ormeggiato in un porto tutto esclusivamente per noi. 

Erikoussa è un isoletta che in inverno ha circa 20 abitanti e circa 200 gatti. La maggior parte dei suoi abitanti estivi, ci spiegano, sono greci che ormai da generazioni vivono in Stati Uniti.

Cosi arriviamo in Grecia, tappa più lontana prima di invertire la rotta e dirigerci verso Ibiza e Formentera dove inizieremo la stagione estiva.

 

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