3_Un viaggio in barca a vela: Lavezzi-Trapani

Lavezzi, mercoledì 28 novembre
Arrivati a Lavezzi non siamo più riusciti ad andare via per un paio di giorni, la barca non vuole muoversi da qui..
Abituati alla folla di agosto poterla vivere così come fosse solo nostra è stato molto particolare. In zona il pesce abbonda e nonostante sia zona parco con divieto di pesca richiama molti pescatori pirati. Ed è per questo che una notte verso le 10.00, mentre cenavamo, ci ritroviamo improvvisamente illuminati da un potente fascio di luce e sentiamo bussare in murata: “GENDARMERIE MARITTIME”.
La nostra barca all’ancora ha attirato l’attenzione di due gendarmi che poveri si ritrovano in gommone a pattugliare in notturna la zona delle bocche di Bonifacio. Sono alla ricerca appunto di pescatori abusivi ma si rendono conto ben presto che non facciamo parte della categoria. Invitati a salire e mostrati i documenti sono più incuriositi dal fatto che in pieno inverno siamo ancorati in un posto frequentato quasi esclusivamente nella bella stagione. Dopo avergli detto che non abbiamo una casa e che viviamo in barca sono ancor più positivamente incuriositi dalla nostra autosufficienza energetica e idrica. Finiamo a parlare di impianti fotovoltaici, batterie e dissalatori.
Palau, venerdì 30 novembre

Dopo due giorni ci si rimette in marcia verso Palau, dove un paio di amici ci aspettano. Imbarchiamo così Michele che già conoscete e Manuel, aka Fabrizio per alcuni amici. Manuel non arriva mai a mani vuote. Al nostro matrimonio si è presentato con una forma intera di pecorino spalmabile artigianale, carasau e salsiccia, diventando immediatamente l’idolo di tutta la compagnia argentina e spanola presente. Anche questa volta non si smentisce: formaggi salami e un paio di litri di Cannonau lo precedono in passerella.


Una bella serata in compagnia, un po’ di bricolage in barca il giorno seguente e poi via: rotta su Budelli per abbracciare Mauro da Budelli come ormai lo chiamano tutti. Mauro è un personaggio unico. Il carisma e la pellaccia non gli mancano, da trentanni unico abitante di Budelli. La sua storia è lunga quanto affascinante, se volete saperne di più guardatevi questo servizio.

L’arcipelago della Maddalena è il paradiso del velista. Ne esistono tanti altri in questo mondo, ma questo diciamo che è quello più vicino a noi. Le isole sono numerose, straordinarie in quanto a bellezza. Ventose ma offrono sempre un riparo per qualsiasi vento. L’acqua quasi ovunque è cristallina tanto da essere definita da molti come i “caraibi mediterranei”. Molti navigatori a causa della sua bellezza dicono che non vale la pena andare altrove. Io non sono completamente d’accordo. Sicuramente non teme confronto alcuno ma per mia natura la voglia di scoprire nuovi luoghi mi spinge ad andare oltre.
Le isole sperdute e disabitate dei caraibi o del pacifico non avranno la storia e la cultura che si può trovare in qualunque angolino del Mediterraneo però non ha 30 gradi tutto l’anno ne la possibilità di raccogliere un cocco in spiaggia e mangiarlo. Insomma ogni luogo è diverso e per fortuna e la voglia di conoscenza è tanta.
Ci si prepara al salto
Dopo Budelli sbarchiamo a malincuore Manuel e ci prepariamo ad affrontare le circa 240 miglia che ci separano da Trapani. L’idea iniziale era quella di navigare lungo la costa orientale sarda, tappa dopo tappa per poi fare il salto da Villasimius. Le 48 ore di maestrale sostenuto e continuo, indicate dalle previsioni meteo ci convincono a fare un salto diretto da Palau.
Quindi, alle 16.00 si parte, prevedendo una media di 6 nodi, dovremmo arrivare 2 giorni dopo verso mezzogiorno in Sicilia. Scegliamo questo orario perchè se dice bene arriviamo qualche ora prima, in caso contrario verso sera ma sempre con la luce a facilitare il nostro atterraggio siculo.
Ci dice bene, la meteo era corretta e il maestrale ci spinge magnificamente per tutto il tragitto, traverso, bolina larga, lasco. La barca scivola sull’acqua senza troppa pressione ne stress. Va come un treno su un binario, veloce e dritta in rotta ben equilibrata, docile. Troppo veloce,. Le nostre previsioni inaspettatamente non avevano calcolato che la nostra bella mantenesse sulle 240 miglia una media di 7.5 nodi. Ci ritroviamo ad arrivare quindi alle 2 del mattino con 10 ore di anticipo. Tutto perfetto, chiediamo autorizzazione all’ingresso in porto alla Capitaneria e ci troviamo ancorati sotto alla Colombaia. Un bordo unico spettacolare la traccia sul navigatore sembra tirata con un righello.
Trapani, martedi 4 dicembre
Trapani ci accogli come sempre sa fare. Gli amici cari, qui non mancano. Immediatamente l’idea di sostare 2 settimane si trasforma in un mese. Si sta bene qui e ci sono un sacco di cose da fare, un paio d’anni di novità da raccontare e da ascoltare, tanti posti da visitare. La eleggiamo quindi a base per continuare i lavori che servono ad affrontare la stagione estiva spagnola e la successiva traversata atlantica verso i Caraibi.